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La corsa ai monoclonali: le ultime notizie


La corsa agli anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2 sta ottenendo in campo sperimentale ottimi risultati. La preparazione di un anticorpo monoclonale da somministrare come terapia antivirale implica un’impegnativa ricerca immunologica di base, che riassumo in breve. All’inizio, dal sangue di convalescenti vengono separati i linfociti B che producono gli anticorpi neutralizzanti il virus COVID-19. Ogni singola cellula B fabbrica un anticorpo specifico per una parte del virus ed essa, moltiplicandosi in vitro darà luogo a un clone di cellule tutte uguali, che produrranno lo stesso anticorpo (monoclonale). Si cercano poi, tra tutti gli anticorpi ottenuti quelli indirizzati alla parte del virus che interagisce col recettore ACE2 delle cellule umane, sequenza detta Dominio del Legame col Recettore (DRB). Questi anticorpi, bloccando l’interazione del virus con la cellula, impediscono l’invasione cellulare da parte del virus. Una volta che la struttura di questi anticorpi monoclonali è nota, risulta semplice mediante la tecnologia attuale costruirne industrialmente delle quantità enormi per la preparazione di un farmaco biologico antivirus da somministrare per via endovenosa o intramuscolare.

Nel “NIH Director’s Blog “ del 21 maggio u.s., Francis Collins, Direttore del Programma della NIH per il Vaccino COVID-19 segnala la pubblicazione di due importanti studi sullo sviluppo di anticorpi monoclonali antivirus SARS-CoV-2.

La prima ricerca, pubblicata da Nature è stata condotta da un team internazionale di ricercatori, che comprende degli italiani, tra cui il noto immunologo Antonio Lanzavecchia, direttore dell’ “Institute for Research in Biomedicine” di Bellinzona. Questo team negli ultimi anni aveva lavorato sull’isolamento di anticorpi monoclonali rivolti verso il virus SARS-CoV, responsabile della Sindrome Respiratoria Acuta Grave e aveva isolato alcuni monoclonali capaci di neutralizzare quel virus. I ricercatori hanno in questi giorni scoperto che uno degli anticorpi monoclonali contro il virus della SARS isolato a suo tempo, è in grado di bloccare anche il legame con le cellule umane del virus del COVID-19. Si tratta, in pratica di avere già a disposizione un monoclonale per il trattamento del COVID-19. Il risultato di questa ricerca ha già un risvolto pratico importante, infatti la Humabs Biomed di Bellinzona, consociata di Vir Biotechnology ed essa stessa coinvolta nella ricerca, ha già iniziato a sviluppare un farmaco biologico basato su questo anticorpo ed è praticamente pronta ad iniziarne la sperimentazione sull’uomo.

anticorpo monoclonale B38La seconda ricerca, pubblicata su Science è stata condotta da un ampio team di ricercatori di diversi Istituti universitari cinesi. Partendo dai linfociti B di un sopravvissuto al COVID-19 i ricercatori hanno isolato 4 anticorpi monoclonali che bloccano il legame del virus SARS-CoV-2 con le cellule umane. Due di questi anticorpi monoclonali si legano contemporaneamente alla struttura virale (DRB) che si combina col recettore, senza alcuna interferenza tra loro. I due anticorpi potranno, quindi essere utilizzati assieme in un farmaco biologico futuro ad alta efficienza nel bloccare l’entrata del virus nelle cellule. I due anticorpi monoclonali sono stati infusi in topi infettati in precedenza con il virus SARS-CoV-2, dimostrando di ridurre la carica virale nei loro polmoni del 30% rispetto a quella dei topi non trattati con i monoclonali. Wu e collaboratori, mediante l’utilizzo di un sincotrone e della tecnica dell’accelerazione di particelle hanno ottenuto delle straordinarie immagini strutturali delle molecole coinvolte nell’interazione tra l’anticorpo monoclonale, il DRB virale e il recettore ACE.

Fig. 1 Analisi strutturale dell’anticorpo monoclonale B38, del complesso RBD del virus del COVID-19 e di hACE2. Fonte: WU Y et al. Science 13 May 2020: eabc2241 doi:10.1126/science.abc2241

Le due immagini tratte dalla pubblicazione di Wu chiariscono meglio di ogni parola i concetti: nella figura A, a sinistra il legame tra l’ anticorpo monoclonali B38 (in azzurro e verde) con l’RBD del SARS-CoV-2 (in violetto). A destra si vede come il legame con l’anticorpo B38 impedisca l’unione dell’RDB con il recettore ACE2 (in rosa). Personalmente sono affascinato da quest’immagine che rende l’idea di quanto vita e morte possano dipendere da una battaglia, letteralmente “corpo a corpo” tra molecole. Rappresenta anche una testimonianza degli enormi progressi della scienza e ci da una fondata speranza che la battaglia con il coronavirus sarà vinta.

FONTI: NIH Director's Blog Enlisting monoclonal antibodies in the fight against covid-19
Pinto D et al. Cross-neutralization of SARS-CoV-2 by a human monoclonal SARS-CoV antibody. Nature (2020). https://doi.org/10.1038/s41586-020-2349-y
WU Y et al. A noncompeting pair of human neutralizing antibodies block COVID-19 virus binding to its receptor ACE2 Science 13 May 2020: eabc2241 doi:10.1126/science.abc2241

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