Istituto Allergologico Italiano

Allergia alimentare gastrointestinale: una diagnosi complessa


Estratto allergenico

L'allergia alimentare gastrointestinale si manifesta, spesso fin dall'infanzia e adolescenza, con dolori addominali, diarrea o difficoltà a deglutire. Questi sintomi non sono però esclusivi dell'allergia alimentare ma comuni a molte altre malattie gastrointestinali. La diagnosi corretta può quindi essere complessa e sarà opportuno rivolgersi a uno specialista competente sia in allergologia sia in gastroenterologia. L'allergia alimentare può manifestarsi in almeno tre forme:

  1. anafilassi generalizzata (shock anafilattico), reazione molto grave che insorge immediatamente dopo l'ingestione dell'alimento responsabile, con sintomi gastrointestinali, cardiocircolatori, respiratori e cutanei; fortunatamente questa grave reazione è assai rara;
  2. anafilassi gastrointestinale, che insorge generalmente entro le prime due ore da un pasto con l'allergene, presentandosi con dolori addominali, vomito e diarrea; normalmente non è accompagnata da sintomi cardiocircolatori o di altri apparati come la precedente;
  3. allergia alimentare gastrointestinale, patologia relativamente comune, che inizia spesso nell'infanzia e che si presenta con disturbi gastroenterici più lievi, rispetto alle due malattie precedenti, che possono persistere o ripresentarsi periodicamente con notevole compromissione della qualità della vita.
Per le prime due malattie il riconoscimento di un'allergia alimentare è facilitato dalla presenza di un evidente rapporto tra l'ingestione dell'alimento responsabile e il verificarsi dei sintomi, mentre per la terza quest'attribuzione è più difficile per la mancanza di un chiaro riferimento a un alimento responsabile. In ogni caso nell'affrontare la diagnosi di allergia alimentare gastrointestinale è importante indagare dettagliatamente su ogni alimento consumato prima dei sintomi e, partendo da questi indizi, programmare gli esami funzionali e di laboratorio.
I test cutanei (Prick test) servono per un primo orientamento. La positività dei Prick test per alimenti, tuttavia, non permette di formulare con sicurezza la diagnosi di allergia alimentare. Le positività che risultano per alimenti che il paziente tollera sono, infatti, prive di significato, mentre quelle per alimenti già sospettati permettono solo di formulare la diagnosi di “probabile allergia alimentare”. In questo caso, per risolvere definitivamente il dubbio, si dovrà sottoporre per 3 – 4 settimane il paziente a una dieta di esclusione assoluta degli alimenti sospettati e, se dopo questo periodo i sintomi regrediscono, fare poi dei test di scatenamento con gli alimenti sospetti. Questi test vanno eseguiti in ambiente medico protetto per il rischio che, in caso di positività, si verifichino delle reazioni, anche serie.
La diagnosi di allergia alimentare gastrointestinale tuttavia non è sempre così lineare perché in molti casi l'allergia non dipende da anticorpi IgE e quindi i test cutanei non sono utilizzabili. In questo caso può essere necessario ricorrere direttamente al test di scatenamento alimentare e a esami endoscopici con relative biopsie (come nel caso dell'esofagite eosinofila e della gastroenterite eosinofila).{mosimage}{mosimage}
Per altre situazioni non si tratta di una vera allergia ma di un’intolleranza alimentare. La prima intolleranza da cercare, fra tutte quelle possibili, è quella al glutine, cioè il morbo celiaco. Per questa diagnosi vi sono dei test del sangue molto sensibili, come la ricerca degli anticorpi anti transglutaminasi tissutale, che se positivi sono in grado di orientare chiaramente verso una celiachia, che sarà poi necessariamente confermata con la biopsia del digiuno. Negli ultimi anni è emersa una nuova entità molto simile alla celiachia: la Sensibilità al Glutine. Questa condizione determina sintomi gastroenterici del tutto sovrapponibile a quelli del morbo celiaco, distinguendosi però da quest’ultimo per la mancanza dei caratteristici anticorpi, per la negatività dei marcatori genetici e perché questa sindrome non provoca né aumento della permeabilità intestinale né malassorbimento con difetti nutrizionali. Infine i disturbi gastrointestinali possono essere legati a un malassorbimento di mono-di-polisaccaridi (ad esempio di lattosio o di fruttosio) che sono facilmente diagnosticati mediante il Breath test con lo specifico saccaride.
In conclusione, la diagnosi corretta delle allergie e intolleranze gastrointestinali è sempre assolutamente raggiungibile purché si ricorra a uno specialista esperto e sia applicato l’iter diagnostico appropriato.