Istituto Allergologico Italiano

Il rischio di aumentata mortalità nel COVID-19


Ben GoldacreDa Ben Goldacre arriva uno studio sui maggiori rischi di morte per COVID-19, mediante un’analisi di un campione di oltre 17 milioni di assistiti. Goldacre è un epidemiologo molto noto per le sue ricerche basate su metodi statistici molto rigorosi e per essere un garante della Medicina Basata sull’Evidenza. In questo studio ha collegato un database di cartelle cliniche elettroniche di assistiti dalla medicina di base britannica al registro di morti per COVID-19, che al momento dello studio erano 5683. Con questo potente sistema di analisi, egli ha individuato i rischi di morte per COVID-19 nella popolazione generale. Ha constatato che la mortalità per COVID-19 è maggiore nei maschi che nelle femmine (Rapporto di Rischio o RR 1,99) e che il rischio di morte aumenta decisamente dopo i 50 anni, fino ad arrivare a 12 volte maggiore oltre gli 80 anni. Ha osservato poi che vi era un maggior rischio di mortalità per COVID-19 in tutti i gruppi etnici non bianchi, nei poveri con correlazione del tasso di mortalità col grado di indigenza e negli obesi (per un BMI> 40 il RR era 2,27). Molte comorbilità sono risultate fattori di aumentato rischio di morte, quali il diabete non controllato (RR 2,36), l'asma bronchiale grave (RR 1,25), le malattie respiratorie croniche, le cardiopatie croniche, le epatopatie, le malattie neurologiche, come l'ictus cerebrale, la demenza e altre, l'insufficienza renale cronica e le malattie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus e psoriasi). Il rischio di morte nei malati con una storia di malignità ematologica era aumentato di 3 volte mentre per altri tumori si è osservato solo un modesto aumento in quelli di diagnosi recente.
L'ipertensione di per se non è un fattore diretto di rischio ma in pratica lo diventa per le complicanze cardiovascolari. Lo stesso dicasi per il fumo che di per se sarebbe addirittura un fattore di minor rischio di mortalità ma se associato, come lo è praticamente sempre alle malattie secondarie come la bronchite cronica e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) rappresenta un rischio di morte aumentato del 25%.
Lo studio chiarisce, almeno in parte, il perché tanti anziani muoiono di COVID-19. Infatti, oltre al fattore età, l'anziano è portatore di più di una comorbilità, specie polmonare, cardiaca e renale. Queste informazioni indicano chiaramente che curare un malato di COVID-19 deve coinvolgere diversi specialisti, oltre all'infettivologo, quali l'internista, il pneumologo, il cardiologo, il nefrologo, l'epatologo e il neurologo, ecc. Una cura integrata e attenta a tutte le complicanze d’organo dovrebbe poter ridurre l’altissima mortalità da COVID-19. Sempre che si consideri importante salvare gli anziani.

FONTE: The Open Safely collaborative et al. OpenSAFELY: factors associated with COVID-19-related hospital death in the linked electronic health records of 17 million adult NHS patients. medRχiv 7 maggio 2020

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