Istituto Allergologico Italiano

Allo studio un nuovo farmaco per l’asma


bronchioli normali e con l'asma L'asma è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da attacchi acuti di ostruzione del flusso dell’aria nelle più piccole diramazioni bronchiali (bronchioli), Alla base dell’ostruzione dei bronchioli c’è un’infiammazione cronica ivi localizzata con diverse componenti:

  1. accumulo nella sottomucosa dei bronchioli di particolari cellule infiammatorie, quali linfociti Th2, cellule dell’immunità innata ed eosinofili;
  2. Ingrossamento della muscolatura liscia che circonda il bronchiolo con esagerata tendenza a contrarsi (broncospasmo);
  3. lesioni dell’epitelio della mucosa che tappezza il lume del bronchiolo;
  4. edema della mucosa e depositi nel lume del bronchiolo di un catarro tenace che lo ostruisce.

La terapia dell’asma si basa di conseguenza su farmaci antinfiammatori. Il principale di questi è il cortisone che somministrato per via inalatoria (puff) o per via generale è efficace nel 90% degli asmatici, specie se associato con broncodilatatori ad effetto prolungato (LABA). Circa 10% degli asmatici però non risponde al cortisone e in questi casi si ricorre a terapie alternative che bloccano con maggiore precisione ed efficienza alcuni fattori chiave dell’infiammazione. Ad esempio, da diversi anni si utilizza con successo un anticorpo monoclonale rivolto verso le IgE (Omaluzimab) che si dimostra molto efficace nella quasi totalità delle asme resistenti al cortisone. Attualmente le terapie a base di anticorpi monoclonali si sono moltiplicate, non solo per l’asma ma anche per altre malattie alla cui base c’è un’infiammazione cronica oppure per le neoplasie. Ciascuno di questi trattamenti ha come bersaglio un singolo componente dell’infiammazione o della neoplasia. L’importanza di questi trattamenti è innegabile e il loro utilizzo ha cambiato letteralmente la qualità della vita di innumerevoli pazienti. Vi sono però alcuni inconvenienti al loro uso, il principale di questi è l’efficacia limitata nel tempo che comporta una somministrazione continuativa, un’altra limitazione consiste nella loro esclusiva somministrazione per via iniettiva, il che obbliga il paziente a recarsi a intervalli regolari presso il Centro specialistico e infine il fatto non trascurabile che questi trattamenti hanno dei costi altissimi, difficilmente sostenibili dal sistema sanitario.

Ed ecco spuntare un chemioterapico antiasmatico a somministrazione orale. Si tratta del Fevipiprant un antagonista del Recettore della Prostaglandina D2 (DP2). Infatti, nell’asma allergico le IgE attivano i mastociti, cellule presenti nella mucosa bronchiale che liberano, come è noto istamina e altri mediatori, tra cui la Prostaglandina D2 (PGD2). Quest’ultimo mediatore ha un ruolo fondamentale nell’iniziare e mantenere poi l’infiammazione bronchiolare dell’asma attirando nei bronchioli le cellule infiammatorie, quali i linfociti Th2, gli eosinofili, i basofili, e le cellule dell’immunità innata. Tutte queste cellule hanno sulla loro superficie un recettore specifico per la PGD2 che legandosi alla superficie di queste cellule le richiama e le attiva. Fevipiprant è un farmaco che blocca questo recettore impedendo alla PGD2 di provocare l’infiammazione asmatica. Sono ancora in corso le sperimentazioni in fase clinica negli asmatici ai fini di dimostrare l’efficacia e la sicurezza del nuovo antiasmatico per la sua definitiva registrazione come farmaco. Tuttavia gli studi preliminari hanno già ottenuto alcuni risultati molto promettenti, infatti il nuovo farmaco ha dimostrato di ridurre l'infiammazione eosinofila dei bronchioli tre volte e mezzo di più rispetto alle terapie con i biologici e i cortisonici sistemici; di migliorare i sintomi e il controllo dell’asma; di migliorare significativamente le prove di funzionalità respiratoria (FEV1) e infine di ridurre significativamente l’ipertrofia della muscolatura liscia bronchiolare. Quest’ultimo effetto, assai importante per la riduzione del broncospasmo non era mai stato osservato in precedenza con qualsiasi altro trattamento dell’asma, cortisonici e biologici inclusi.

Questi dati iniziali sono molto promettenti ma, chiaramente dobbiamo attendere che siano completati gli studi attualmente in corso perché si possa esprimere un’opinione definitiva sull'efficacia dell'uso di questo farmaco nei pazienti con asma.