Istituto Allergologico Italiano

È possibile lo shock anafilattico da contatto con meduse?


Chironex Fleckeri I media hanno recentemente diffuso la notizia che a seguito di una strisciata di una medusa si sia verificato uno shock anafilattico mortale. La notizia ha ovviamente provocato forti apprensioni nei bagnanti che ancora affollano le spiagge perché nei nostri mari sono spesso presenti delle meduse. Lo shock anafilattico è una reazione allergica gravissima che può condurre a morte e che avviene dopo iniezione o ingestione di una sostanza alla quale la vittima è allergica. Perché si verifichi lo shock anafilattico è essenziale che in precedenza ci sia stato un primo contatto con la sostanza (sensibilizzazione) a seguito del quale si formano degli anticorpi IgE. La reazione si manifesta rapidamente alla cute (rossore, prurito, edemi cospicui del volto, degli arti, ecc.), all’apparato respiratorio (asma), a quello gastroenterico (vomito e diarrea), a quello vascolare (ipotensione, collasso) e al cuore (disturbi del ritmo fino all’arresto cardiaco). Lo shock anafilattico si verifica per allergia ad alcuni alimenti (latte, uovo, arachidi, noci, ecc.) o al veleno di un imenottero (vespa, ape, calabrone) o a diversi farmaci. Da un puro punto di vista teorico si può sospettare che dopo un primo contatto con una medusa possa avvenire una sensibilizzazione allergica a elementi del veleno e che il secondo contatto possa scatenare una reazione anafilattica. In realtà la possibilità che il contatto con una medusa possa provocare uno shock anafilattico è però pressoché nulla. Infatti, analizzando tutte le pubblicazioni della letteratura scientifica degli ultimi trent’anni non si trova alcuna descrizione di una reazione anafilattica conseguente il contatto con una medusa o con esseri marini simili, ad esempio la Caravella portoghese (Physalia physalis).

Sono invece comuni le reazioni tossiche al contatto con il “veleno” liberato da alcune specie di meduse, reazioni che possono essere anche mortali. Le meduse presenti nelle nostre coste possono però provocare al massimo degli arrossamenti locali molto dolorosi che, a volte, persistono per qualche giorno. Invece, il veleno di alcune specie tropicali di medusa, in particolare della Chironex fleckeri, presente nel Pacifico a Nord dell’Australia, può avere effetti tossici gravissimi su sistema nervoso, reni e cuore, tali da provocare anche un arresto cardiaco. Le gravi reazioni al veleno di questa medusa sono esclusivamente di natura tossica, e non allergica, però in molti colpiti si può sviluppare una dermatite da immunità ritardata nei giorni successivi al contatto, del tipo di una dermatite allergica da contatto. Questa reazione non ha però nulla a che fare con l’anafilassi. In Australia, gli incidenti gravissimi da strisciate di queste meduse sono così frequenti che è disponibile un siero immune anti-veleno di Chironex fleckeri, in grado se somministrato in tempo, di neutralizzarne l’effetto tossico. Altre meduse tropicali pericolosissime sono quelle Irukandji, come la Carukia barnesi, che dopo il contatto possono provocare la Sindrome Irukandji consistente in crampi muscolari, vomito, agitazione, sudorazione, prostrazione e, raramente, grave ipertensione e scompenso acuto cardiaco. La presenza di queste meduse nel Mediterraneo non è stata mai segnalata e sembra quindi del tutto improbabile che l’incontro con una medusa nelle nostre acque possa avere un effetto mortale.

Charles Robert RichetCome abbiamo ricordato sopra vi è una specie marina particolare che, sia pur raramente, si può incontrare nelle coste del Mediterraneo ed essere scambiata per una medusa. Si tratta della Caravella portoghese (Physalia physalis) che è un aggregato di quattro organismi (un tipo di polipo) reciprocamente dipendenti per la sopravvivenza, che sviluppano lunghissimi tentacoli. I tentacoli sono coperti di microcisti piene di veleno, che servono a paralizzare e uccidere pesci e altre piccole creature. Per gli uomini la puntura della caravella portoghese è terribilmente dolorosa e urticante e sono stati descritti rarissimi casi mortali. La Caravella portoghese si muove in superficie trasportata dal vento, in branchi di mille e più individui. Essa può essere scambiata per una medusa ma, a differenza di questa, essa galleggia sulla superficie mentre i tentacoli si sviluppano in profondità. Proprio ai primi di agosto di quest’anno branchi di Caravelle portoghesi sono stati individuati nella Costa Bianca spagnola, dove hanno causato lesioni cutanee a molti bagnanti. Anche alle Eolie in questi giorni sono state avvistate alcune Caravelle portoghesi. Come nel caso delle meduse, non vi è però alcuna documentazione scientifica che si siano verificati dei casi di shock anafilattico a seguito della strisciata dei tentacoli di questi organismi. La Phisalia physalis ha comunque a che fare con l’anafilassi. Infatti, il Prof. Charles Richet, premio Nobel 1913, ha scoperto nel 1902 l’anafilassi dopo aver inoculato il veleno della Physalia in alcuni cani nel tentativo di produrre un siero immune antiveleno di Physalia per neutralizzarne gli effetti. Si tratta però in questo caso di una situazione del tutto sperimentale che nulla a che fare con le reazioni spontanee. Il dato storico ricordato ci segnala comunque che già nei primi anni del Novecento questa specie acquatica era presente in abbondanza nelle acque del Principato di Monaco causando fastidiosi disturbi ai bagnanti tanto che si era pensato di preparare un siero immune antiveleno.